Thursday, August 15, 2013

La prova regina

A pensarci bene, l'argomentazione vuol farsi apparire articolata ma si può grossomodo sintetizzare così: un nugolo di giudici in Italia sarebbe reo di non considerare, o di non aver considerato, durante il giudizio, otto milioni di voti come elemento oggettivo di prova a discarico di un tal imputato. Indi per cui, all'apice della carriera e della fama, e avesse malauguratamente voluto, Roberto Baggio avrebbe potuto tranquillamente delinquere a destra e a manca senza dover essere considerato reo di alcunché.

Di recente ho assistito ad una difesa d'ufficio e di principio implicitamente di simil tenore da parte della Gelmini, che è poi scivolata in un altro svarione logico. All'argomentazione un giornalista aveva appena opposto altresì l'esempio di Vito Ciancimino, per osservare come l'aver ricevuto, e a più riprese, moltissimi voti elettorali non ha di norma alcun peso durante la valutazione di gravi reati da lui commessi né è garanzia d'innocenza. Ella ha replicato che non era tollerabile paragonare Berlusconi a Ciancimino. Non so di preciso cosa valutino durante i concorsi pubblici in Calabria, ma non era quello il paragone. Ma Roberto Baggio andrà sicuramente meglio (*).

(*): il calciatore in questione mi perdonerà sicuramente perché comprenderà benissimo, al contrario dell'eccellente, che né lo stavamo paragonando a Berlusconi né imputandogli malefatte. Firmato: con simpatia e stima.