Monday, January 21, 2013

Risparmiatore o evasore: un calcolo statistico? Premessa

Gli organi di stampa hanno dato notevole rilevanza al recente "salto di qualità" nella lotta all'evasione che sarebbe stato operato dall'Amministrazione del nostro Stato, il quale avrebbe fornito l'Agenzia delle entrate di un nuovissimo e potentissimo strumento atto a "stanare" gli evasori. In un primo tempo, si sono letti commenti al limite del fantasioso, congetturanti una fantomatica capacità di un improbabile "cervellone" dell'Agenzia in grado di (persino qualcuno ha scritto) monitorare con infinita precisione, per ogni singolo cittadino, ogni singola voce di spesa, dalla manutenzione delle barche di lusso alla spesa per giocattoli o per detersivi, e via dicendo. Chi conosce appena vagamente i meccanismi di spesa delle economie moderne e i numeri in gioco sa che questa è una fandonia monumentale, lo sa senza aver bisogno di leggere una riga di uno straccio di legge o decreto.

In giorni più recenti, quando avevo elaborato le parti che sottoporrò alla vostra attenzione, stanno emergendo commenti più scettici, ma ancora non si trova un'analisi chiara della componente tecnica dello strumento adottato. Provo a dare un modesto contributo, pubblicando quanto avevo precedentemente elaborato.

Ma allora cosa è stato veramente deliberato? E come si materializzerebbe questo monumentale lavoro numerico? A quest'ultima domanda la risposta è semplice: in realtà l'unico vero sforzo contabile (questo sì monumentale) che sarà fatto, e che è stato fatto da alcuni lustri a questa parte, è quello messo in campo dall'ISTAT, che come ogni istituto di statistica opera a campione. E come si discende, tornando alla prima domanda, da un lavoro a campione al singolo cittadino? Semplice: non lo si fa, o almeno, non lo si fa per una componente macroscopica del calcolo contabile.

Nei giorni successivi al lancio della notizia non ho trovato un solo articolo di giornale che abbia veramente spiegato ai propri lettori come tutto ciò sia possibile, o si prevede che sarà possibile. Rimando allora agli articoli di Gazzetta Ufficiale (1,2), per chi non vorrà credere alle mie parole.

La mia tesi, che svilupperò, è che in prima approssimazione si possa dire che lo Stato, possibilmente su suggerimento degli stessi funzionari dell'Agenzia tributaria, abbia molto banalmente stabilito un criterio alquanto primitivo ed involuto, e cioè che per stanare gli evasori si possa semplicemente raggruppare ed interrogare tutti coloro i quali dichiarino al fisco una certa proporzione (piccola) inferiore alla media, a prescindere se siano realmente poveri in canna o grandi evasori. Un tale criterio sarebbe stato sostanzialmente, e formalmente, iniquo e probabilmente non erogabile per manifesta ingiustizia. Lo si è allora rivestito di fronzoli e ornamenti per dare l'impressione, formale, che se ne stia seguendo un secondo, in apparenza più giusto, senza però allontanarsi di troppo dal primo alla prova dei fatti. In buona sostanza, chiunque abbia dichiarato un reddito appena un po' basso sarà chiamato a dare spiegazioni e, forse, persino a dover dimostrare il non dimostrabile, e cioè di aver risparmiato nel fare la spesa (come se si potessero offrire come prova delle NON spese dei NON scontrini).

Se questa tesi risultasse essere veritiera, almeno a grandi linee, e io cercherò di argomentare perché credo che lo sia, direi che la inevitabile deduzione non potrà che essere che qualunque collegio giudicante non potrà far altro che prendere atto della sostanziale iniquità e cassare ogni imposizione sanzionatoria che sia stata - in base a questo strumento - comminata dall'Agenzia dei tributi. Se ciò non accadrà si è facili profeti nel prevedere una probabile fine del nostro patto sociale, già portato allo stremo delle sue forze dall'imperante corruzione nella gestione della cosa pubblica in concomitanza con una grave crisi dei consumi e del risparmio. Spiace che, di fronte al gravissimo problema dell'evasione fiscale, si sia scelto di pescare nel mucchio, congegnando un sistema che rischierà di portare sul banco degli imputati, oltre ad una minoranza di detti evasori, più spesso chi semplicemente si sobbarca di enormi sacrifici per fare economia spicciola ed arrivare a fine mese a pagare mutuo o affitto già stipulati.

(Continua Qui e Qui)

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