Saturday, February 23, 2008

Ferrara dalla Bignardi

Io mi chiedo come possa autodefinirsi razionale una persona che prima professa che anche chi è destinato a soffire deve comunque nascere, e poi attacca le idee di Veronesi, uno che ha dedicato la propria intera vita a rendere quelle vite meno malate, sostenendo che per Veronesi la vita umana non conta quasi nulla.

Come si faccia ad attaccare la "tecnoscienza" in virtù del fatto che (secondo lui) essa tenta di impossessarsi della vita delle persone, e poi essere dell'idea che soggiocarsi alla "tecnoscienza" sia un obbligo morale inderogabile, fino all'ultimo alito (spontaneo o artificialmente indotto) di vita.

Come si faccia ad essere contrari all'aborto e al tempo stesso al metodo più efficace che esista al mondo per evitarlo: gli anticoncezionali.

Come si faccia a celebrare le scoperte della genetica dal '46 a oggi riguardo la comprensione del Dna e del processo vitale e poi deriderla quando essa constata che tutte le specie sono apparentate.

Come si faccia a dire di aver desiderato collegarsi a una lista cui partecpiano i leghisti e poi sostenere che per trentotto mesi lo Stato dovrebbe aiutare economicamente le donne immigrate per crescere i loro figli.

Come si faccia a proclamare giornali come l'Avvenire come illuminati, e ad accogliere ben volentieri l'ingerenza clericale, e poi rinfacciare alla giornalista (laica e contro le ingerenze) e non a se stesso il fatto di chiamare in causa un articolo critico nei propri confronti.

Infine la Bignardi non gli ha fatto la domanda principale, quando all'inizio l'uomo insisteva che la colpa di tutto è del maschio che non lascia spazio alla cultura femminile: perché allora non ha dato l'esempio facendo guidare la sua battaglia a una donna?

Ah, se razionalità significasse ancora davvero quello che vuole dire...

Aggiornamento - Carlucci, Maiani, Glashow

Alcuni aggiornamenti dopo il mio precedente post riguardo Maiani (scritto prima che la Carlucci scrivesse una lettera aperta a Romano Prodi). Il nobel Glashow ha scritto a Prodi come stanno veramente le cose. La Carlucci ha replicato. Glashow ha controreplicato. Tra le altre cose troviamo anche una spiegazione del terzo autore del famoso articolo GIM. Infine, anche un altro dei personaggi chiamati in causa in questa storia smentisce con fermezza le falsità riportate. Non credo ci sia da aggiungere altro.

Thursday, February 14, 2008

Sette contro uno, un paese sicuro

Giungo un'altra volta in ritardo sulla notizia. Volutamente, perché preferisco soppesare i fatti per non accendere troppo gli animi. Sono tra quelli che sono rimasti allibiti dalla forza bruta utilizzata qualche giorno fa dalla polizia all'interno del policlinico Federico II di Napoli, dove c'era il sospetto che si stesse consumando un infanticidio (o feticidio), sospetto dovuto ad una segnalazione anonima. Colpiscono vari aspetti: il numero di agenti; l'aver interrogato la donna quando ancora doveva riprendersi dall'anestesia (ma per curiosità, gli agenti ritenevano che comunque quelle dichiarazioni avessero valore giuridico? Io quando sono uscito da un'anestesia avrei affermato di tutto e di più sull'esistenza di Babbo Natale); l'aver sequestrato il feto abortito; stupisce anche che si dia tanto solerte e incondizionato credito ad una segnalazione che riguardava comunque una struttura pubblica molto rinomata e sempre ottemperante alle leggi italiane. Per completezza devo riportare la "difesa" da parte delle nostre autorità pubbliche per spiegare perché abbiano agito con tanta forza e solerzia contro un'altro ente di pubblica utilità. Ieri veniva chiarito che si era trattato di:

Un "atto doveroso, vista la denuncia fatta alla polizia. Bisognava appurare se i fatti fossero conformi alla legge". Nella Procura partenopea retta da Giovandomenico Lepore c'è compatezza nel sottolineare come quanto disposto per gli accertamenti sul caso di aborto terapeutico sia stato nelle regole, con personale femminile impiegato per ascoltare la donna, e come le modalità dell'operazione non abbiano richiesto che 35 minuti di presenza delle forze dell'ordine nella struttura sanitaria. Questo pomeriggio il pm Vittorio Russo, di turno al momento della segnalazione anonima, ascolterà l'ispettrice che ha sottoposto a varie domande la donna dopo l'aborto, e poi, solo quando gli saranno comunicati i risultati dell'autopsia, deciderà di riascoltare la protagonista di questa scelta dolorosa. Al momento, infatti, secondo quento trapela, la documentazione acquisita conferma che la procedura abortiva è stata messa in pratica nei termini di legge.

Oggi il procuratore capo di Napoli precisa di nuovo che:

La polizia si è mossa dopo una segnalazione: "era un telefonata anonima, non ha fornito nome e cognome ma era talmente circostanziata che non appariva infondata". Lo ha dichiarato il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore intervenendo a Radio 24 e parlando della vicenda avvenuta al Policlinico di Napoli. "La telefonata proveniva dall'interno del Policlinico - ha detto Lepore, - al telefono era un uomo, potrebbe essere un infermiere. Indicava la presenza di una donna in una precisa stanza del Policlinico chiusa in bagno per abortire" ha spiegato, aggiungendo: "Ora verrà identificato".


Mi conforta sapere che abbiamo qualche speranza che qualcuno verrà, io spero, denunciato per simulazione di reato. Nella sostanza l'argomento difensivo è: "la denuncia era sì anonima, ma è stata creduta perché circostanziata". Purtroppo al procuratore capo sfugge di capire del perché di tanta mobilitazione (non voglio entrare nel merito della discussione sui casi speciali nei quali la polizia può effettivamente intervenire senza mandato). Quello che ci lascia tutti basiti è che se è vero quel che si racconta, allora dobbiamo concludere che sette agenti di polizia siano necessari per fare qualcosa per fermare UNA donna sola e chiusa in un bagno. Sette agenti è un numero uguale o maggiore di molti gruppi speciali, di quelli che sono in grado da soli di stanare e neutralizzare cellule terroristiche, gruppi sovverisivi, criminali che tengono ostaggi. Un numero da vera e propria azione anticrimine di neutralizzazione di gruppi armati e coesi. Non suona pazzesca questa cosa? Cioè, gli agenti hanno creduto alla sincerità della telefonata, ovverossia erano convinti che avrebbero trovato una donna chiusa sola in bagno, e per fermarla si sono presentati in sette?

Aggiungo che l'altra cosa che sfugge al procuratore è che poi, mi pare di capire, si fosse verificato che si era trattato di simulazione di reato da parte di chi aveva fatto la telefonata. Nonostante ciò sono state sequestrate non solo le cartelle cliniche, ma addirittura il feto (mi raccapriccia perché psicologicamente mi fa venire in mente l'immagine di agenti che lasciano l'ospedale con il loro trofeo, avvolto in un panno). Era neccessario? Faccio fatica, davvero, ad immaginare agenti, per esempio, che a seguito di una segnalazione anonima per la presenza di una bomba in una struttura pubblica arrivino, verifichino che si è trattato di un falso, ma sequestrino lo stesso tutti i registri e ogni cosa utile. E parliamo di una bomba, che può uccidere decine di persone, non di una mamma chiusa in bango con un feto.

Questo sfugge al procuratore. Il clamore non è stato generato dal fatto che alcuni agenti siano andati a verificare (con cautela) una circostanza, potenzialmente reato, a seguito di una sgenalazione. Ma il fatto che sia andato un drappello, e abbia fatto quel che ha fatto, incalzando persino una donna che rientrava da una operazione chirurgica ed ancora parzialmente sotto l'effetto dell'anestesia (se non è interrogazione con metodi violenti questa!), continuando a tenere da conto una telefonata anonima anche dopo aver verificato la falsità della stessa, e che nessuna donna era chiusa in bagno ed anzi una stava uscendo dalla sala operatoria. Tutto ciò non c'entra nulla col fatto che un anonimo abbia fatto una segnalazione, e qualcuno sia accorso. Va molto, ma molto oltre, in un paese che vuole farsi proteggere dalle forze dell'ordine, ma vuole anche dirsi civile. Mi chiedo anche, e ne dubito, se gli agenti abbiano seguito le procedure a norma di legge durante il blitz.

Leggo ora che il Pm Russo afferma che l'anonimo non era in realtà un anonimo (pazzesco!): si era presntato con nome e cognome e sono in corso verifiche. La cosa mi sconvolge ancora di più perché queste verifiche non sono, pare, seguite a quell'operazione di quella notte. Sono queste nuove indagini (ma ci voleva tanto a farle?), viene il sospetto, frutto della protesta pubblica: altrimenti quel simulatore di reato se la sarebbe probabilmente cavata. Infatti, se è vero come ora scopriamo che non era anonimo, mi sarei aspettato che già durante la stessa serata del blitz di polizia quest'uomo fosse stato convocato in questura o dal magistrato di polizia, per rispondere delle sue azioni a fronte dell'evidenza appurata dei fatti.

Tre genitori, no due, no due più donatore, no tre. Nasce l'associazione "nessuno tocchi i mitocondri". Pronta una moratoria

Parto da questo post dove ho trovato citato questo articolo di Vescovi. La famosa storia dei "tre genitori" (arrivo in ritardo perché mi piace raffreddare i miei istinti per poter parlare con garbo). Per fortuna il Nostro se non altro ammette che, ebbene sì, i mitocondri soddisfano solo a un'esigenza di produzione energetica cellulare e non determinano i caratteri. Quindi in effetti questo terzo genitore, o seconda madre, non è proprio un genitore ma più forse un donatore (questo lo dico io).

Vescovi ne sa sicuramente più di me in materia, la qual cosa mi rende un po' perplesso per il fatto che gli sia sfuggita una combinazione così ovvia e banale, che spiegherò subito: dice, il Nostro, che "pur non determinando l’identità del nascituro, i mitocondri sono di «qualità» diversa da soggetto a soggetto e influenzano la longevità, l’invecchiamento e la predisposizione ad alcune patologie. Dunque in studi come quello di Newcastle il sottofondo eugenetico è insito nella motivazione stessa della ricerca". Un momento, un momento! Ci sono parenti che donano midollo ai congiunti, alcuni persino un rene. Ma allora, ma allora se, mettiamo, in via ipotetica e per astratto; osserviamo che una mia sorella (ma non ne ho) o una mia qualche cugina in linea materna potrebbe avere i miei stessi mitocondri: io ne ho tantissime di cugine, in effetti, coi miei mitocondri, e ci vogliamo tanto bene. Beh, per astratto, dico per astratto, la mia compagna potrebbe avere questi difetti genetici nei mitocondri di cui si parla, e una mia cugina (una sorella per chi ha una sorella) potrebbe donarci un ovulo (non dico che nella realtà accetterei, ma poniamo!). Ma allora, farei notare al Vescovi, faremmo un figlio con due genitori, io e la mia compagna, coi mitocondri miei invece che della mia compagna. Ed ecco, d'un batti baleno, niente eugenetica. Ed ecco, d'un sol colpo, niente "figlio procreato da tre genitori".

Come sia sfuggito ad uno studioso comunque molto meritevole non so. Può capitare, per caso. Può capitare anche quando in una direzione non si riesce proprio a volgere lo sguardo, che sia perché si studino altre metodologie in cui tanto si crede (giustamente, è la missione dello scienziato), o ci si spaventa di altre.

Saturday, February 2, 2008

Gabriella Carlucci mente su Luciano Maiani e ne discredita la reputazione professionale

Prima vorrei fare una breve introduzione su chi è Maiani. Luciano Maiani, fisico, è uno degli scienziati italiani più noti al mondo. Il suo lavoro (teorico) più celebre, che lo portò ad un soffio dalla vincita del premio Nobel, riguarda la scoperta del cosiddetto meccanismo GIM, che sta per Glashow, Iliopoulos e Maiani (nato appunto da una collaborazione scientifica di questi tre). La teoria trovò in seguito conferma tramite gli esperimenti, ed è diventata un caposaldo del costrutto teorico delle interazioni elettrodeboli.

Maiani è ancora attivo nella ricerca, nonostante gli importanti ruoli scientifico dirigenziali degli ultimi anni di cui parlerò a breve, ed ha all'attivo (almeno) circa 150 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Trenta di queste risalgono al periodo dal 1995 ad oggi (quattro di queste nel solo 2007). E qui apro una parentesi, per mettere in risalto che Gabriella Carlucci, ora che è tra quelli che vogliono osteggiare la nomina al CNR (spiegherò a breve anche questo), dice delle menzogne quando proclama in seduta:

Gabriella CARLUCCI (FI) rileva che uno dei criteri che dovrebbe stabilire l’idoneità delle persone candidate a ricoprire incarichi scientifici è quello del numero delle pubblicazioni effettuate negli ultimi anni. Rileva a tale proposito che dal sito Google scholar risulta che il professor Maiani non ha avuto pubblicazioni dal 1994, il che, per un candidato chiamato a ricoprire la carica di presidente del CNR, non appare certo una nota di merito.

La parlamentare è probabilmente estranea, tra le altre cose, al comandamento "non dire falsa testimonianza" nel momento stesso in cui (si verifica leggendo la conclusione dell'intervento) ella ritiene che stia difendeno il papa. Il quale, ipotizziamo, non dovrebbe approvare la falsa testimonianza come strumento atto alla propria difesa. O forse si è trattato di colpevole negligenza da parte della parlamentare, la quale però in tal modo getta discredito sulla figura professionale del fisico professor Luciano Maiani. L'osservazione della Carlucci quindi decade, anzi rafforza la candidatura Maiani, perché Maiani ha all'attivo ben (almeno) trenta, e non zero pubblicazioni dal 1995 ad oggi, e quindi risponde a quella parte essenziale di profilo, invocato con decisione dalla parlamentare stessa (della qual cosa ella, siamo sicuri, adesso si rallegrerà): "uno dei criteri che dovrebbe stabilire l’idoneità delle persone [...] è quello del numero delle pubblicazioni effettuate negli ultimi anni".

Torniamo al nostro. Luciano Maiani è stato in questi ultimi anni direttore del più grande laboratorio al mondo in qualunque branca delle scienze naturali per la ricerca pura: il CERN di Ginevra. Vi ricordo che proprio in questi anni al CERN è stato costruito il più grande acceleratore di particelle al mondo, l'LHC, tanto imponente da aver sorpassato tutti i cugini statunitensi. All'avvio della realizzazione del progetto la comunità scientifica e quella dirigenziale scelsero Maiani come la persona più adatta a ricoprire questo ruolo chiave e nevralgico nel campo delle scienze sperimentali, una posizione unica al mondo e nella storia.

Luciano Maiani in tempi recenti si è detto disponibile a ricoprire la carica di presidente del Centro Nazionale delle Ricerche italiano (CNR), catalizzatore di una buona fetta dei (pur miseri) finanziamenti statali italiani per la ricerca. Un ente di ricerca in disperato bisogno di rinnovamento. Una candidatira che, dato lo spessore scientifico e dirigenziale della persona, rappresenta un onore per il CNR stesso. Una candidatura appoggiata in origine da tutte le parti politiche, che sono sempre tenute a ratificare questo tipo di nomine.

Maiani è anche uno dei 67 firmatari della lettera che a fine novembre alcuni fisici della Sapienza inviarono al proprio rettore sull'opportunità dell'invito del Papa a tenere una lezione solenne senza contraddittorio proprio in occasione dell'apertura dell'anno accademico. Una lettera non scritta certamente all'indommani dell'evento ormai dato per certo, ma ben prima che divenisse ufficiale nel programma. Maiani spiega in una intervista all'Avvenire la propria posizione, da cui estraggo alcuni stralci:

"Uno studioso di comunicazione, Mac Luhan, usava dire che il mezzo è messaggio. Bene. Allora chiediamoci perché la lettera di un gruppo di docenti al proprio rettore esca su Repubblica due mesi dopo che è stata scritta, quando il rettore ha già deciso e noi abbiamo preso atto della sua decisione. Con quella pubblicazione, due mesi dopo, è stata trasformata in un proclama contro il Papa, proprio per condurci alle barricate."

[...]
"Poteva essere l’occasione di una discussione sui rapporti fede-scienza, invece è stata una bagarre. Io ho firmato nello spirito dell’indipendenza della scienza dalla religione, ma all’interno di un dialogo, quello che, per fare un esempio, ho sperimentato personalmente con gli incontri alla Università Lateranense tra scienziati e teologi, promossi da Piergiorgio Picozza e Sigfrido Boffi. Quello è il clima giusto per uscire da questa situazione."

[...]
"Ho collaborato per decenni con scienziati di tutte le opinioni e non ricordo di aver mai avuto un diverbio per motivi confessionali o ideologici. Questo binomio pluralismo tolleranza deve valere a maggior ragione per chi guida il Cnr, un grande organismo multidisciplinare, multiconfessionale, multiculturale. Ogni discriminazione che privilegiasse una parte sarebbe un pessimo servizio pubblico."

Adesso questa nomina, per volere soprattutto della destra, è fortemente a rischio. Leggendo le parole dello stesso Maiani siamo meglio in grado di inquadrare gli eventi nella loro successione. Tra le righe delle sue dichiarazioni si intuisce anche un altro giusto principio ispiratore: che per uno scienziato che ritenga possibile il dialogo, questo va inteso come dialogo tra la scienza e le fedi, e non tra la scienza ed una confessione particiolare. Perché un'investitura ufficiale da parte di una università nei riguardi di una sola confessione, e questo era un possibile significato simbolico della presenza del papa all'inaugurazione dell'anno accademico, questa sì che sarebbe discriminante per chi ha fede, magari un'altra fede. Questo è anzi un requisito necessario e urgente per un alto dirigente scientifico, e non un neo. Un principio di equidistanza e apertura verso tutti e a difesa di tutti.

A dirigere un centro di ricerca dovrebbe andare chi ha le qualifiche e le capacità necessarie, cose che Maiani ha sempre dimostrato di avere. Molti hanno gridato invocando la libertà di esppressione. Bene, vediamo se ora sono coerenti. Vediamo se una nomina decadrà per un pensiero liberamente espresso, di un docente al proprio rappresentante. Vediamo se la destra vuole provare a dimostrarci che se ti metti per un solo attimo in rotta di collisione con la più grande istituzione clericale che abbiamo rischi di essere ostracizzato dalle cariche pubbliche e laiche che per meriti saresti idoneo a ricoprire (come in precedenza riconosciuto anche dalla stessa destra). Vediamo, allora, se siamo un paese veramente libero e laico, oppure se sia necessario fare un voto di fede prima di ricoprire importanti cariche. E ricordiamoci che un giorno potrà toccare a noi, o potrà accadere il converso: che non saremo promossi sul posto di lavoro perché abbiamo scelto la confessione "sbagliata" (che domani potrebbe essere diversa da quella di oggi).

In altre parole, vediamo se siamo un paese laico o un paese dove giurare sulla Costituzione e sull'unità nazionale è opzionale (visto chi siede in parlamento), ma giurare fedeltà al papa (o a chi sarà l'autorità religiosa più seguita tra qualche decennio) è obbligatorio. Mi si parla di un "laicismo malato". Ebbene, se lette le parole di Maiani e analizzati con calma i fatti si ritiene che lo stesso sia "malato" allora lo siamo in tanti cittadini italiani (e siamo anche tutti laicisti) che non accettiamo l'idea che le cariche pubbliche vengano assegnate per una qualche investitura divina e soprannaturale, e non per i nostri meriti acquisiti sul campo con decenni di faticoso lavoro ed estenuante dedizione. Chiediamoci, concittadini, se una carica scientifica dirigenziale debba essere suggerita dal benestare dei vescovi (implicito o esplicito che sia).

È questo il dialogo tra fede e ragione di cui il papa parlava? Ce lo dica subito! Ci faccia capire se quelle parole celavano una sostanza o erano parole di circostanza.

Si è parlato della reputazione del nostro paese all'estero. Beh, immaginate se si saprà un giorno che uno dei più importanti posti dirigenziali nella ricerca pubblica (e laica) del paese sia stato praticamente sotratto da sotto la sedia al candidato naturale, solo ed esclusivamente perché firmatario di una lettera che riguardava un intervento del papa. Qulache assaggio è qui.

(Annotazione: come fonte per l'intervista sull'Avvenire ho utlizzato non la fonte diretta ma il riferimento telematico del blog con alta partecipazione di credenti cattolici http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com )


Aggiornamento
(23-02-2008)

Qui ho scritto un nuovo post al riguardo.