Tuesday, June 18, 2013

Cartina al tornasole

Una senatrice del Movimento (al secolo Gambaro) aveva addebitato l'insuccesso elettorale nelle ultime elezioni amministrative ad alcuni comportamenti del suo capo. I parlamentari suoi collegi ieri si sono chiusi in gran segreto per quattro ore per votare sulla sua espulsione, ma tanto avrebbero potuto fare anche sulla rete di distribuzione idrica tedesca, visto che "l'ultima parola spetta alla rete": cioè quel voto non si sa come sia maturato, non si sa come la donna si sia difesa, e il voto è comunque totalmente inutile e privo di conseguenze. Un sondaggio, nella sostanza, questo è l'appellativo giusto.

Ovviamente il voto in rete presenta ora un bel dilemma logico: se voti a favore della senatrice sei contro il capo del Movimento, ma se sei contro il capo sei anche fuori dal Movimento, e quindi non dovresti avere diritto di voto in rete, e quindi il tuo voto non dovrebbe essere valido.

Detta così suona inutilmente sarcastica o ingenerosa? Direi di no, perché il capo è colui che sempre e solo decide chi ha diritto di voto "in rete". Tanto che, pochi giorni or sono, era arrivato addirittura, molto temerariamente, a proporre un sondaggio su sé stesso.

In conclusione. Quello che penso da mesi è che se uno volesse avere la prova definitiva della disfatta della politica italiana, reduce da vent'anni di gestione irresponsabile e truffaldina, può trovarla nel suo prodotto finale, nel suo punto di approdo ed epilogo, che in linea assolutamente teorica avrebbe dovuto rappresentare l'elemento di rottura, la rivoluzione dal basso, la risalita fiera dagli inferi: il Movimento 5 Stelle, cartina al tornasole di un popolo incapace di uscire dalla vignetta che si è disegnato intorno.

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