Non voglio esprimere un giudizio di merito sulla candidatura politica recente del magistrato Ingroia, conclusasi senza l'elezione; se non annotare previamente due cose: che non è il primo magistrato né sarà l'ultimo a tentare l'intrapresa politica, e che nella sostanza non vi è alcuna legge che regoli eventuali incompatibilità in ingresso e in uscita, nonostante più d'uno converrebbe che non sarebbe illiberale prevedere incompatibilità con alcuni particolari incarichi. Vi sono magistrati, anzi, fuori ruolo o "in aspettativa", che sono considerati eminentissimi parlamentari oltre a valenti magistrati, come ne sono esempi Carofiglio o Casson, i quali, per legge almeno, non subirebbero (o avrebbero subito, parlando al passato) alcuna precostituita incompatibilità "territoriale" o "funzionale" al loro rientro (ipotetico ed eventuale) in ruolo in magistratura. Non "candidati" parlamentari, ma eletti a tutti gli effetti.
Si è parlato della recente delibera del Consiglio Superiore della Magistratura che a mio avviso pone una curiosa questione, che nessuno sembra evidenziare: cosa avrebbe fatto il CSM se Ingroia si fosse presentato in tutte le circoscrizioni elettorali, compresa la Val d'Aosta? Non ci è dato intuirlo. Non lo avrebbero certamente potuto ostracizzare, visto che nessuna legge lo consente: quindi dobbiamo dedurre che un qualche incarico glielo avrebbe trovato, nonostante qualunque esso fosse stato, sarebbe stato in una sua circoscrizione elettorale. In altre parole il CSM, insistendo sulla necessità da parte di Ingroia di accettare come unico incarico possibile quello nella regione Val d'Aosta da un lato sembra voler rimediare ad un vuoto legislativo, dall'altro sembra che lo faccia con un espediente privo di qualunque oggettività, inefficace e contingente, forse addirittura compiacente e di facciata, che è reso efficace solo da una fortuita circostanza e che certamente non potrà mai essere assurto a criterio generale.
Di qui il mio caldo consiglio ai prossimi aspiranti Casson o Carofigli in giro per le aule giudiziarie: doveste voler fare politica, chiedete di essere candidati in tutte le circoscrizioni, oppure non fatevi candidare dove vi piacerebbe un domani svolgere la professione. Per esempio, vi piace la Toscana? Tenete famiglia in Toscana? Chiedete che non vi si candidi in Toscana. Il CSM, poi, vi manderà lì.
Sia chiaro, non voglio in alcun modo qui esprimere un giudizio negativo né sui magistrati citati, che ritengo persone capaci, né rinnego che il CSM a buon diritto valuti quali incarichi siano appropriati in base ad un'esperienza politica (ancorché mi sembra una leggera forzatura considerare una candidatura una esperienza politica a tutti gli effetti); questo anche per un dovere di pacifica "convivenza" con il potere legislativo, un gesto di cortesia istituzionale, diciamo. Sembra, però, nella miglior tradizione italiana recente, il più classico dei criteri ad personam, cioè un criterio (o norma non scritta) la cui efficacia è del tutto funzionale al caso particolare in esame.
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