Breve riflessione. Premessa: apprezzo il movimento grilliano come movimento di persone ispirate da ideali di legalità, trasparenza, rispetto per la natura ed uguaglianza tra cittadini. Sono altresì, come molti di loro, disgustato dal fatto che in parlamento siedano vari cittadini con condanne alle spalle passate in giudicato, e nonostante questo candidati dai loro partiti ed eletti dal popolo.
Al contrario di Grillo e di molti grilliani, però, sono assolutamente contrario al regolare questa situazione con una legge apposita che rischierebbe di creare più danni alla nostra democrazia di quanti ne vorrebbe risolvere. Una cosa è tentare di risvegliare il senso civico negli elettori tramite la dialettica e la comunicazione di idee, cosa con la quale sono d'accordo, altra invece propagandare come soluzione una legge che in teoria manderebbe in sollucchero qualunque aspirante dittatoruncolo. Immaginate come sarebbe facile, per un aspirante "Musssolini" del domani, avendo a disposizione una siffatta legge già bella e pronta, organizzare un qualche colpo basso contro gli avversari più temuti dell'opposizione parlamentare e democratica (immaginate uno scagliozzo che metta qualcosa nella tasca del politico scomodo di turno). I malcapitati avversari politici verrebbero così, col più facile dei mezzi, estromessi per sempre dal parlamento, uno ad uno, e l'opposzione democratica verrebbe in breve decimata, senza la necessità di leggi speciali. Basterebbe fare le cose per bene all'inizio e tutto avverrebbe da quel momento nella piena legalità. Non dimentichiamoci che l'Italia è il paese che è stato terreno fertile per il fascismo.
Una certa misura di immunità parlamentare esiste per garantire le democrazie contro questi colpi di mano, in modo che il popolo possa reintegrare in qualunque momento qualunque politico perseguitato ingiustamente. È chiaramente poi compito del popolo maturo rendersi conto che questa è, e non altro, la funzione dell'immunità: non quella di "perdonare" politici chiaramente rei e tali senza scusanti. Come al contempo i politici e i partiti dovrebbero avere la maturità civile (come in molti altri paesi) di non utilizzare il voto popolare per farsi perdonare reati di cui non si sono mai pentiti.
La cosa che mi meraviglia di più è come nessuno tra i sedicenti paladini della democrazia si sia mai accorto di una osservazione così ovvia; qualcosa che mi allarma enormemente perché mi fa venire il sospetto che la protesta civile, per sé legittima, faccia poi fare le spese alla lucidità e alla razionalità, offuscando le nostre idee.
Questa la mia critica ad una proposta di legge che vieti lo scranno parlamentare a qualunque cittadino che abbia subito una qualunque condanna di qualunque tipo e in qualunque tempo. Detto ciò, una eccezione forse la farei: interdizione sì, ma solo per quei politici che hanno commesso reati nell'esercizio della propria funzione pubblica, come nei casi di corruzione. Sarebbe giusto se non altro pensando ai cittadini che vengono, secondo lo stesso principio, estromessi dai pubblici uffici.
Vien da sé che di estrema urgenza è chiedere una legge elettorale che torni a dare al popolo il potere di scegliere liberamente i propri rappresentanti.
Paolo De Gregorio (l'originale)
Al contrario di Grillo e di molti grilliani, però, sono assolutamente contrario al regolare questa situazione con una legge apposita che rischierebbe di creare più danni alla nostra democrazia di quanti ne vorrebbe risolvere. Una cosa è tentare di risvegliare il senso civico negli elettori tramite la dialettica e la comunicazione di idee, cosa con la quale sono d'accordo, altra invece propagandare come soluzione una legge che in teoria manderebbe in sollucchero qualunque aspirante dittatoruncolo. Immaginate come sarebbe facile, per un aspirante "Musssolini" del domani, avendo a disposizione una siffatta legge già bella e pronta, organizzare un qualche colpo basso contro gli avversari più temuti dell'opposizione parlamentare e democratica (immaginate uno scagliozzo che metta qualcosa nella tasca del politico scomodo di turno). I malcapitati avversari politici verrebbero così, col più facile dei mezzi, estromessi per sempre dal parlamento, uno ad uno, e l'opposzione democratica verrebbe in breve decimata, senza la necessità di leggi speciali. Basterebbe fare le cose per bene all'inizio e tutto avverrebbe da quel momento nella piena legalità. Non dimentichiamoci che l'Italia è il paese che è stato terreno fertile per il fascismo.
Una certa misura di immunità parlamentare esiste per garantire le democrazie contro questi colpi di mano, in modo che il popolo possa reintegrare in qualunque momento qualunque politico perseguitato ingiustamente. È chiaramente poi compito del popolo maturo rendersi conto che questa è, e non altro, la funzione dell'immunità: non quella di "perdonare" politici chiaramente rei e tali senza scusanti. Come al contempo i politici e i partiti dovrebbero avere la maturità civile (come in molti altri paesi) di non utilizzare il voto popolare per farsi perdonare reati di cui non si sono mai pentiti.
La cosa che mi meraviglia di più è come nessuno tra i sedicenti paladini della democrazia si sia mai accorto di una osservazione così ovvia; qualcosa che mi allarma enormemente perché mi fa venire il sospetto che la protesta civile, per sé legittima, faccia poi fare le spese alla lucidità e alla razionalità, offuscando le nostre idee.
Questa la mia critica ad una proposta di legge che vieti lo scranno parlamentare a qualunque cittadino che abbia subito una qualunque condanna di qualunque tipo e in qualunque tempo. Detto ciò, una eccezione forse la farei: interdizione sì, ma solo per quei politici che hanno commesso reati nell'esercizio della propria funzione pubblica, come nei casi di corruzione. Sarebbe giusto se non altro pensando ai cittadini che vengono, secondo lo stesso principio, estromessi dai pubblici uffici.
Vien da sé che di estrema urgenza è chiedere una legge elettorale che torni a dare al popolo il potere di scegliere liberamente i propri rappresentanti.
Paolo De Gregorio (l'originale)
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